Come confessarsi bene
SCRITTI DI PADRE MATTEO
Come confessarsi bene

Quante volte ti è stato detto, o persona sensuale, di lasciare l'amante ma vuoi tenerne il fazzoletto? Tu non dormi più con l'amante ma vuoi continuare a tenerla in casa. Dico a te avvocato: hai accettato di difendere una causa ingiusta, però vuoi tenere con te le carte inerenti la stessa causa e non le restituisci. E a te mercante: ti confessi della tua usura e poi subito di nuovo ripeti il peccato.
Non solo bisogna bruciare il giovenco (Lev. 8) , ossia il peccato, ma anche la pelle, ossia le occasioni, se vogliamo che il sacrificio del peccato sia gradito a Dio. E poiché è più importante la salute dell'anima che quella del corpo, il penitente deve fare ciò che dice il medico spirituale. Eppure si fa tutto il contrario. Infatti, se tu dici a una donna di lasciare la vanità, risponde che non vuole e non può farlo.
Ho letto nella vita dei santi Padri che uno di loro pregò Dio di mostrargli le pene che soffrono coloro che rifiutano di fare penitenza dei loro peccati. Il Signore gli mostrò un uomo legato con catene che gridava: "Io patisco molto e non so da quanto tempo, Vorrei patire per tanti anni quante sono le gocce d'acqua che sono nel mare, e tutto finirebbe. Avrei così riparato. Ma purtroppo sono passati questi, e tutto ritorna come prima senza avere riparato nulla".
Perciò fate riparazione e accettate le penitenze. Perdonate le ingiurie e restituite la fama e i beni rubati. Solo così vi sarete confessati bene e avrete la grazia in questa vita e la gloria eterna nell'altra.
Matteo da Agnone, Fasciculus Myrrhae, vol. II, 34–37, passim. Adattato in italiano moderno.