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Il fenomeno delle fotografie - Padre Matteo da Agnone

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Il fenomeno delle fotografie

LA TOMBA
Il fenomeno delle fotografie
Numerose persone hanno riferito di aver trovato pace e sollievo proprio davanti alla tomba di padre Matteo da Agnone, dove si manifesta in modo particolare la forza della sua intercessione. Padre Cipriano de Meo, esorcista per oltre sessant’anni, ne ha parlato più volte, ricordando episodi significativi vissuti in quel luogo, in particolare liberazioni dal demonio e da problemi legati all'occultismo.
Con il tempo, è nata la consuetudine dei fedeli di appoggiare sulla sua tomba le fotografie dei propri cari, in particolare di persone malate fisicamente o vessate da problemi di natura diabolica. In certi casi, queste fotografie restano misteriosamente attaccate alla lapide per ore, a volte per giorni, senza alcuna spiegazione naturale.
Si tratta di un gesto di fede semplice, che va sempre accompagnato dalla preghiera e dalla fiducia nell’ intercessione del Servo di Dio. Sembra che padre Matteo, in modo discreto ma concreto, esprima anche in questo modo la sua vicinanza e il suo aiuto.
Non riuscivo a staccarmi dalla tomba
Una pellegrina racconta: “Da tre anni soffrivo di bruciori su tutto il corpo, inspiegabili dal punto di vista medico. Trovavo sollievo solo durante le preghiere di liberazione e gli esorcismi. Per questo ho deciso di visitare la tomba di padre Matteo da Agnone insieme a mio marito. Prima di partire ho recitato una novena e il rosario in suo onore. Giunti sul posto, abbiamo appoggiato insieme le mani sulla tomba del Servo di Dio. Mio marito ha appoggiato anche le fotografie dei nostri figli, di mio fratello e di mia madre. Con nostra grande sorpresa sono rimaste incollate alla pietra verticale, perfettamente liscia.
Quando mio marito si è allontanato, ho cercato di seguirlo ma, per almeno un minuto, non sono riuscita a staccare le mani dal marmo, come se fossero incollate. Al contempo ho avvertito una profonda sensazione di pace e di liberazione. Quando finalmente sono riuscita a staccarmi, sono scivolata dolcemente a terra. Dietro di me non c’era nessuno, ma ho avuto l’impressione che qualcuno mi stesse sostenendo. È accorso un sacerdote del convento, che mi ha benedetta e aiutata a rialzarmi. Tornata a casa, ho notato un netto miglioramento. Durante gli esorcismi successivi non ho più avuto reazioni. Da allora ogni giorno recito il rosario e prego padre Matteo da Agnone”.
© 2025 – Comitato spontaneo di fedeli italo-francofoni, senza scopo di lucro, per far conoscere il Servo di Dio Padre Matteo da Agnone e sostenere il riconoscimento ufficiale della sua santità. Tutti i diritti riservati.
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