Esorcista
LA VITA DI PADRE MATTEO
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Nel convento di Castel Bolognese, mentre si prepara al sacerdozio, fra Matteo si ritrova coinvolto in un esorcismo. Una donna, posseduta da anni, viene condotta in chiesa per ricevere aiuto. I frati pregano a lungo, ma i demoni non cedono. Fra Matteo sta studiando nella sua cella. A un certo punto, per bocca della donna, il maligno esclama che solo fra Matteo da Agnone può scacciarlo, perché la sua umiltà lo tormenta più di ogni altra cosa.
Chiamato dai confratelli, il fraticello rifiuta di seguirli, poi però obbedisce per ordine del superiore. Si inginocchia in silenzio davanti al Santissimo e non pronuncia una parola.
Il demonio comincia a dimenarsi, poi grida di non poter sopportare la sua presenza e abbandona la donna.
Da allora, episodi simili si ripetono. La sua sola presenza è un esorcismo, il suo nome un tormento per l’inferno. In alcuni casi basta che un esorcista pronunci il suo nome durante un rito, anche a sua insaputa, perché il demonio reagisca con rabbia.
Anche oggi dopo 400 anni dalla sua morte, la sua immagine, la sua tomba e il suo nome suscitano ancora le stesse reazioni.
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